75 years later

75 Anni Dopo

Intrecciando il Passato con il Futuro

 

Lo scopo di quest’articolo non è assolutamente quello di minimizzare il momento difficile che ci troviamo a vivere, bensì quello di condividere la storia di due membri della mia famiglia che per me sono uno splendido esempio di forza e resistenza. Hanno affrontato incredibili difficoltà e oggi più che mai dimostrano di essere pronti a combattere contro ogni avversità.

È il 1945, mia zia Pepi è la bambina di 12 anni seduta sulla sedia. Si trova in un campo profughi chiamato Castle Gore a Ballymena (Irlanda del Nord). A questo punto della guerra tutte le donne, i bambini e gli anziani di Gibilterra sono lontani dalla loro patria da quasi 5 anni. Sono stati evacuati a Casablanca, poi di nuovo a Gibilterra, e da lì sono stati nuovamente inviati alcuni a Madeira, altri in Giamaica. La mia famiglia fu mandata a Londra, poi a Belfast e infine a Ballymena.

La memoria di mia zia è davvero notevole. “Ricordo”, dice, “il signor Davis, il manager dell’hotel White Land College dove soggiornavamo a Londra, che diceva: ‘Dovete rimanere il più possibile in silenzio, che nessuno parli o gridi. Siamo stati colpiti da bombe incendiarie e l’hotel è in fiamme “-. Ci ha condotto attraverso un vicolo e ci siamo ritrovati tra le case di altre persone. Abbiamo visto che queste case avevano le porte aperte e le donne da dentro gridavano: “Ho spazio per 2”, “Ho spazio per 3”, “qui per 4″ .. e così via. Non era il numero di persone che potevano ospitare in casa, ma a quanti erano in grado di offrire una tazza di tè, dei biscotti, una fetta di torta in attesa dei trasporti che ci avrebbero portato in una sorta di college dove rimanemmo per un breve periodo finché non fummo smistati in diversi hotel. Il nostro era il Kensington Palace Mansion ma tutti lo chiamavano l’hotel bianco, per via del suo colore. Era proprio accanto a Hyde Park, e questa volta il nostro bagno era dentro il palazzo!”

“Ricordo la mia scuola e le canzoni che cantavamo come se fosse ieri, ma ricordo anche le sirene, i bombardamenti e come ci fermavamo a trattenere il respiro perché non sapevamo dove sarebbero cadute queste bombe, finché una di queste non cadde proprio sul nostro hotel ”.

“Quel giorno siamo partiti per l’Irlanda del Nord. ‘Oh Ana,’ “spiega,”queste erano persone meravigliose, tantissimi volontari che ci hanno aiutato tanto, sono stati così gentili con noi. Ricordo quanto ci avessero preso a cuore. I miei due anni in Irlanda sono stati i più felici, innanzitutto perché la nostra zona non veniva bombardata e potevo andare a scuola, cosa che amavo fare. Ho sempre avuto ottimi voti e speravo di continuare i miei studi, ma purtroppo al mio ritorno a Gibilterra mia madre mi mise a lavorare come sarta. Avevo solo 12 anni, ma non posso biasimarla. La vita era dura a Gibilterra ed erano tempi difficili, quindi era necessario che lavorassi. Ho iniziato a lavorare (sono autodidatta come la maggior parte delle persone qui), poi ho conosciuto il mio futuro marito ma quella mia cara è un’altra storia …”.

Oggi mia zia Pepi è più forte e gioiosa che mai. È un essere umano meraviglioso, piena di fede e di “anche questo passerà” e migliaia di “non ti preoccupare” – adoro la sua compagnia. Stare con lei è come guardare un film del passato magnificamente dettagliato. Il modo in cui ricorda ogni singolo dettaglio ancora mi stupisce. “Cosa ti rende così forte ancora oggi?” Chiedo. “Beh, fermati un momento e guarda quante cose terribili stanno accadendo nel mondo e vedrai, rispetto a quelli degli altri, che il tuo problema non è poi così grave… se ci pensi stiamo alla grande ;-)” ha risposto.

Ora, miei cari amici, per favore date un’altra occhiata alla foto. Il bambino in braccio a mia zia Pepi è mio papà, Mario, che è nato lì a Ballymena. Oggi, all’età di 75 anni, sta combattendo un linfoma piuttosto aggressivo che, con la grazia di Dio e la potente cucina casalinga di mia mamma, crediamo fermamente verrà sconfitto. Niente può fermare quest’uomo!

In questo periodo di crisi ha dimostrato cosa vuol dire non arrendersi mai. Come dice lui stesso, è l’amore che ha verso di noi che gli ha dato la forza di andare avanti. Quando parliamo della pandemia, grida: “INDOSSA LA MASCHERA!”

Oggi stiamo attraversando tempi molto difficili, finanziariamente, emotivamente, e alcuni di noi hanno persino paura di uscire di casa.

Abbiamo tutti storie di persone care che hanno superato difficoltà apparentemente insormontabili. Storie che danno speranza, incoraggiamento e persone care che non sono state spezzate dalle maree del cambiamento o dalle sfide della vita. Tuttavia, forse è vero, è troppo presto per parlare di coloro che hanno superato questa pandemia che ancora ci colpisce, ma se condividiamo storie del nostro passato forse possono ispirarci ad essere forti e aiutarci in questi tempi difficili.

Mi piacerebbe leggere le vostre storie. Per favore condividetele, per mostrare a tutti che dobbiamo solo abbracciare il cambiamento e andare avanti. Sì, la distanze sociale e le mascherine sono ancora oggetto di dibattito! Sapete cosa vi dico: “Accettiamo la situazione!” A volte accettare non significa essere deboli ma intelligenti, e ne usciremo più forti di prima.

Baci, besitos e kisses .. 

 

I cugini Josephine (Pepi) Bula e Mario Serra, 75 anni dopo

1 commento

  1. avatar
    Posted by Valerio| 13th Agosto 2020 |Rispondi

    Bellissima storia carica di emozioni. Purtroppo la guerra ha segnato profondamente chi l’ha vissuta. Le paure e le difficoltà di quegli anni hanno fatto si che gli uomini e le donne ne uscissero più forti e capaci ad affrontare le difficoltà che la vita riserva. Tuo padre ha sicuramente la forza per vincere anche questa sfida. Un grande abbraccio.

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